Come medicare il moncone ombelicale

Il cordone ombelicale è il collegamento diretto che esiste tra la mamma e il proprio bambino per tutto il tempo della gestazione. Esso permette al bambino la nutrizione necessaria per lo sviluppo del feto, ma anche il passaggio di sangue e ossigeno.

Una volta nato il bambino, questo cordone viene reciso con una pinza sterile e lasciato a una lunghezza pari a tre-cinque centimetri; col passare dei giorni, non ricevendo più sangue, va incontro a essiccamento fino a cadere completamente durante la prima o la seconda settimana dopo il parto. Fino a questo momento però, il moncone ombelicale va medicato e igienizzato per evitare infezioni.

Come medicare il moncone ombelicale e prendersene cura

Medicare un moncone ombelicale non è difficile ma è fondamentale per la salute stessa del bambino.

Prima di iniziare qualsiasi operazione è importante avere sempre le mani ben pulite e disinfettate; dopodiché dovrai pulire anche il bambino con un po’ di acqua corrente e con l’utilizzo di una spugna molto morbida per evitare di graffiare la pelle del nascituro, non lavarlo con immersione completa per evitare che il moncone si contamini.

Per assicurarti che il moncone sia sempre pulito e asciutto, controllalo a ogni cambio pannolino per evitare che si depositino residui di feci; una volta che ti sarai accertato dell’effettiva pulizia della zona, applica una garza sterile asciutta senza aggiungere alcun tipo di prodotto come alcol, acqua ossigenata o mercurio cromo, solo il pediatra potrà prescriverne l’uso in caso di necessità.

Quando, alla prossima medicazione, ti occorrerà cambiare la garza, fai attenzione che non sia attaccata alla pelle, in caso contrario utilizza dell’acqua fisiologica che ti aiuterà a facilitarne il distacco senza provocare dolore al bambino.

Una cosa importante è che dovrai evitare di comprimere il moncone, quindi quando metterai il pannolino assicurati di piegare verso il basso la parte anteriore o di chiuderlo in modo che non stringa sul quel punto ed evita di mettere al bambino abitini e tutine troppo aderenti.

Per favorire un essiccamento più rapido del moncone, puoi decidere di lasciarlo scoperto per il maggior tempo possibile, questo ovviamente dipenderà anche dalla stagione di nascita del bambino.

Durante tutta l’operazione può essere opportuno far indossare una mascherina a coloro che sono presenti, evitando così di trasmettere qualsiasi contaminazione batterica al bambino.

Anche se in passato veniva suggerito di utilizzare dell’alcool per la pulizia della zona, è stato appurato che, avendone la giusta accortezza, basterà della semplice acqua passata regolarmente per far si che la zona resti disinfettata e si rimargini il prima possibile.

Perché importante avere cura del moncone

Quando il bambino nasce, la pelle e le sue mucose che sono state sterili fino a quel momento, vengono attaccate da vari tipi di batteri esterni; il tipo di batterio che lo attaccherà dipenderà da che tipo di parto avrai, dalle varie strumentazioni utilizzate dall’equipe medica e da altri fattori circostanti.

Dato che il sistema immunitario del nascituro è nuovo e quindi immaturo, è più facile che possa essere soggetto ad infezioni.

Il moncone ombelicale, che inizialmente è una ferita aperta, può essere l’ingresso per eventuali batteri e microbi che potrebbero portare ad un’infezione localizzata.

Questo processo non solo può accadere nei primi giorni di vita ma anche per tutto il periodo che il moncone resterà attaccato al bambino, quindi è importante che tu ne abbia cura fino alla fine anche se ormai è essiccato.

Per evitare qualsiasi rischio al nascituro, tutti coloro che avranno un contatto diretto con lui devono rispettare le varie norme igieniche, che si tratti di personale ospedaliero, genitori o anche parenti più prossimi.

Come riconoscere delle complicanze

Come già detto in precedenza, bisogna avere la massima cura di questa zona perché se non correttamente igienizzata potrebbe portare microbi all’interno dell’organismo del bambino.

Per capire se la zona si è infettata noterai immediatamente del rossore e delle eruzioni cutanee; uno strano gonfiore nella zona ombelicale e in più il bambino avvertirà dolore ogni volta che la zona infetta viene toccata.

Nei casi peggiori il tuo bambino potrebbe avere anche febbre, sonnolenza e una fuoriuscita di secrezioni maleodoranti.

Se dovessi notare anche solo uno di questi allarmi è importante contattare immediatamente il pediatra per avere la giusta cura.

Altri motivi per cui contattare il pediatra anche se il moncone non si è infettato è il sanguinamento continuo e abbondante della zona che potrebbe rivelare un eventuale malattia emorragica; o per la mancata caduta del moncone dopo 3-4 settimane dal parto perché potrebbe essere presente una piccola infezione o addirittura un disturbo del sistema immunitario.

Prendersi cura della zona una volta che il moncone sarà caduto

Una volta che il moncone sarà caduto, si tratterà comunque di una zona con una ferita aperta che dovrà rimarginarsi, quindi dovrai continuare a disinfettare e medicare l’area fino alla completa cicatrizzazione.

La medicazione va effettuata due volte al giorno con delle garze sterili e un po’ di acqua ossigenata.

In tutto il periodo della cicatrizzazione della ferita, si consiglia di lavare il neonato a pezzi solo con spugne e acqua corrente, quando sarà completamente essiccato e guarito, solo allora potrai fare il primo bagnetto, leggi questo articolo per approfondire cosa ti servirà per fare il bagno al neonato.

Falso mito sul moncone ombelicale

Che il bambino presenti l’ombelico incavato o sporgente dopo la caduta del moncone non è una cosa prevedibile ne attribuibile a quale passaggio sbagliato durante il periodo di trattamento.

Un falso mito utilizzato per tantissimi anni è stato l’utilizzo di una moneta posizionata sul moncone e stretta ad esso con del tessuto per un certo periodo, così da prevenire la sporgenza dell’ombelico; questo metodo però, non solo non è affatto funzionale né scientificamente approvato, ma è del tutto sconsigliato perché in realtà può causare dei problemi al bambino come infezioni o fargli sviluppare un’allergia al nichel.