L’ insufflaggio delle pareti è efficace per isolare totalmente casa?

L’insufflaggio delle pareti rappresenta uno dei metodi più efficaci per operare l’efficientamento energetico degli edifici edilizi di vecchia costruzione. Questi edifici venivano realizzati, in genere, con pareti esterne ricche di intercapedini cave che, spesso, possono determinare un’eccessiva formazione di umidità all’interno della casa, e che non consentono di stabilizzare le condizioni termiche ma anzi, finiscono per esacerbare l’esigenza di utilizzare sistemi di riscaldamento.

Con l’insufflaggio delle pareti si mira ad isolare termicamnte l’edificio e a migliorare e stanilizzare la temperatura all’interno dell’abitazione, e consente di diminuire i costi energetici e di limitare gli sprechi. Si tratta di una tecnica piuttosto semplice da implementare, che non prevede costi eccessivi e che non necessita di tempi troppo lunghi per essere completata. Si tratta, con ogni probabilità, del miglior metodo per effettuare la riqualificazione energetica delle strutture edilizie meno recenti, in quanto consente di isolare perfettamente gli interni e, contrariamente ad altre tecniche, rappresenta un sistema poco invasivo per il cui completamento è necessario applicare semplicemente dei piccoli fori per l’introduzione del materiale isolante.

In genere, i materiali utilizzati per l’insufflaggio delle pareti sono completamente ecosostenibili, e grazie alla grande efficienza termica garantita da questa tecnica questo tipo di intervento consente di risparmiare notevolmente sulle spese energetiche dovute al riscaldamento, assicurando un effetto benefico sia sul prezzo della bolletta che sulla sostenibilità ambientale. Proprio per questo motivo rappresenta uno degli interventi di riqualificazione più spesso adoperati per combattere gli sprechi di risorse, a maggior ragione poi considerando i costi davvero contenuti e la relativa semplicità che può garantire rispetto ad altre soluzioni.

Insufflaggio delle pareti: in cosa consiste?

L’insufflaggio delle pareti è una delle pratiche più spesso adoperate per migliorare l’efficienza energetica delle costruzioni edilizie, e rappresenta una tra le più efficaci in assoluto tra quelle disponibili. Questa tecnica consiste nell’applicazione di materiale isolante all’interno delle intercapedini che talvolta possono essere presenti nei muri esterni degli edifici, e che andrà a costituire una sorta di parete isolante e traspirante sulle ura esterne. In questo modo è possibile migliorare di molto le condizioni termiche all’interno delle abitazioni, limitando in maniera decisa il consumo energetico.

Questo genere di operazione risulta particolarmente efficace per risoluzione di molte problematiche riscontrabili nelle case di vecchia costruzione, in particolare per la riqualificazione degli edifici costruiti tra gli anni 60 e gli anni 90. In passato infatti, per la realizzazione delle strutture edilizie veniva in genere realizzati progetti con murature a cassa vuota, ossia con muri ricchi di intercapedini lungo la superficie esterna. Tali intercapedini vuote non di rado possono anche presentare una notevole estensione, molto spesso anche superiori ai 15-20 cm e che possono arrivare anche a superare i 25 cm. L’aria che va a riempire questi spazi acquisisce energia per via dello sbalzo termico che c’è tra l’ambiente esterno e l’interno e causa una notevole dispersione termica. Si tratta di un una condizione che, a lungo andare, può andare a determinare ingenti sprechi di energia.

Ma grazie all’insufflaggio delle pareti queste cavità vengono riempite completamente con isolanti termici di qualità, in grado di garantire un’ottimizzazione dell’impiego di risorse energetiche e una forte riduzione dei costi dovuti al riscaldamento domestico. Le sostanze isolanti vengono iniettate all’interno delle intercapedini attraverso dei fori praticati sulla parete, posti a circa un metro l’uno dall’altro.

I materiali più spesso utilizzati per questo tipo di operazione sono in genere la fibra cellulosa e la perlite, ma possono essere impiegate molte altre soluzioni come il sughero granulare, il polistirene espanso, la lana di roccia o quella di vetro. Il costo è di solito abbastanza modesto, ma può variare in base ai materiali utilizzati e alla casistica specifica dell’intervento da effettuare.

Efficienza termica, ma non solo: l’insufflaggio aiuta anche a contrastare la formazione della muffa

L’insufflaggio non è solo un ottimo metodo per migliorare l’efficienza energetica di un edificio, ma è anche un intervento che, insieme ad altre misure, può aiutare a prevenire e la formazione della muffa. Ma ciò, a dir la verità, dipende in larga parte dalla qualità dell’intervento e dei materiali utilizzati.

Un buon componente isolante può agire come regolatore igrometrico, assorbendo l’umidità in eccesso e rilasciandola all’esterno quando l’aria è più secca. Si può evitare in questo modo l’accumulo di umidità sulle pareti e soprattutto il fenomeno della condensa idrica, una delle condizioni che maggiormente contribuiscono allo sviluppo delle muffe negli ambienti domestici. Affinché però questo metodo funzioni, è essenziale utilizzare materiali di estrema qualità, che siano in grado di garantire una traspirabilità ottimale e che non lascino passare l’umidità in eccesso.

Sebbene l’insufflaggio rappresenti in genere un ottimo metodo per limitare la formazione della muffa, la sua efficacia dip nde in buona misura da alcune condizioni che potrebbero inefficiente l’efficacia. La presenza di discontinuità strutturali, ad esempio, quali pilastri perimetrali, cassonetti, solette e sottofinestre possono rappresentare un grosso problema, in quanto queste componenti non possono essere isolate termicamente. Molto spesso queste finiscono per generare dei ponti termici, ossia delle zone più fredde sulla superficie della parete dove l’umidità tende ad accumularsi, favorendo la formazione delle muffe.

Un altro elemento critico può essere rappresentato dalla presenza di intercapedini intasate con materiale di risulta, che possono limitare la diffusione del materiale isolante e limitare la regolazione dell’umidità. In questi casi è indicato l’impiego di materiali isolanti molto fluidi, in grado di amalgamarsi perfettamente ai materiali presenti dentro la cavità ed evitando la formazione di zone non isolate all’interno dell’edificio. Prima di procedere con l’insufflaggio diventa essenziale operare un’analisi approfondita delle intercapedini con micro camera a termografia, in modo da individuare preventivamente il miglior metodo di intervento ed ottimizzare il risultato finale.

Insufflaggio delle pareti: quando può rappresentare una soluzione definitiva?

Al fine di operare un corretto isolamento termico dell’edificio possono essere utilizzate due tecniche principali, ossia quella dell’insufflaggio delle pareti, appunto, e quella dell’isolamento a cappotto termico. Si tratta di due tecniche molto efficaci, in grado di garantire numerosi benefici per contrastare la dispersione termica all’interno dell’edificio, ma che allo stesso tempo non sono esenti da limiti e criticità. La scelta su quale tecnica adoperare deve basarsi sulle condizioni tecniche presentate dalla struttura, nonché dalla tipologia di lavoro che si intende effettuare.

L’insufflaggio termico è una tecnica molto efficace e poco costosa, ma purtroppo può essere implementata soltanto sugli edifici che presentano delle intercapedini sulle pareti esterne. In genere, questa condizione si riscontra principalmente su edifici di vecchia costruzione, realizzati con mura perimetrali a cassa vuota.

In questi casi l’insufflaggio della parete rappresenta probabilmente il miglior tipo di intervento possibile, in quanto il materiale isolante viene distribuito perfettamente all’interno delle intercapedini, isolando perfettamente gli interni dall’esterno. In questo modo è possibile ridurre gli sprechi energetici dovuti ai riscaldamenti e riduce al minimo la diffusione dell’umidità e la formazione della condensa sulle pareti, migliorando la condizione termica dell’abitazione e contrastando la formazione di muffe sulle pareti. Si tratta di una tecnica ecosostenibile, per la quale vengono impiegate materiali non inquinanti come la lana di vetro o la cellulosa. Consente, inoltre, di ridurre in maniera marcata le emissioni di Co2.

Questa tecnica può essere implementata sia nelle ristrutturazioni che sugli immobili finiti, ed è un’operazione abbastanza economica e che non richiede, per il suo completamento, tempistiche eccessivamente lunghe. Questo tipo di intervento rappresenta, inoltre, un’ottima occasione per valutare la possibilità di effettuare cambiamenti sull’impianto di illuminazione, in modo da valorizzare la luce e la diffusione di questa nella stanza nel migliore dei modi, migliorando la qualità dell’arredamento e l’impatto estetico della casa.

Il cappotto termico è un’altra tecnica di isolamento termico tra le più utilizzate in assoluto, e che è in grado di eliminare completamente la problematica dei ponti termici e che ben si presta, dunque, ad essere impiegata su quelle strutture edilizie strutturate con molti elementi di discontinuità. Anche in questo caso parliamo di una tecnica ecosostenibile, in grado di ridurre le emissioni inquinanti e che consente di limitare con ampio margine i consumi energetici dovuti al riscaldamento domestico. Grazie al cappotto termico, infatti, la temperatura all’interno dell’edificio rimane costante, e si contrasta la diffusione dell’umidità e la formazione di condensa sulle pareti.