Legionella in piscina, quali sono i fattori di rischio da monitorare

Ai primi posti tra i rischi associati alla frequentazione di impianti natatori troviamo la legionella, agente patogeno che si trasmette all’uomo tramite l’acqua e che può provocare pericolose infezioni alle vie respiratorie.

Questo batterio, presente nelle acque di fiumi, laghi o sorgenti arriva tramite le condutture dell’acqua all’interno dei serbatoi artificiali come torri di raffreddamento, impianti idrici di strutture pubbliche e private, piscine, impianti termali e impianti di climatizzazione.

Sono esposte al rischio legionella tutte quelle imprese che lavorano nel settore alimentare, nelle strutture socio assistenziali e sanitarie e tutte le strutture ricettive come ristoranti e alberghi che mettono a disposizione dei loro ospiti piscine o centri benessere.

In questo articolo abbiamo deciso di concentrarci in particolare sull’ analisi e valutazione del rischio legionella per conoscere da vicino quali sono i fattori di rischio da monitorare e le misure di prevenzione da adottare.

Dove si nasconde il rischio legionella nelle piscine e quali sono i principali fattori di rischio

Il primo mito da sfatare è questo: la legionella non si trova nell’acqua stessa delle piscine ma all’interno della rete idrica e dei sistemi di ventilazione, riscaldamento e condizionamento.

Il cloro è un potente agente disinfettante e questo rende l’acqua della vasca un’ambiente “poco ospitale” per il batterio della legionella.

La domanda sorge spontanea: perché le tubazioni della rete idrica e dei diversi impianti sono habitat che favoriscono la proliferazione di questo batterio?

 Tra i fattori che rendono più favorevoli questi habitat alla diffusione della legionella troviamo:

  • la presenza di stagnazione nei rami ciechi dell’impianto;
  • la temperatura dell’acqua compresa tra i 20 ed i 50 gradi;
  • la presenza di incrostazioni e sedimenti dovuti ad una scarsa attività di manutenzione;
  • punti di erogazione dell’acqua poco utilizzati;
  • scarsa e disattenta manutenzione dell’impianto;
  • serbatoi di acqua calda e fredda.

Valutazione rischio legionella, perché è importante l’attività di campionamento ed analisi

Certamente manutenzione e pulizia periodiche degli impianti natatori sono fondamentali per prevenire il rischio legionella ma, all’atto pratico, questo spesso non basta.

Secondo quanto stabilito dalla normativa di riferimento, il D. Lgs. 81/08, ogni proprietario o gestore di piscine è tenuto a predisporre:

  1. il documento per la prevenzione
  2. il controllo del rischio da legionella

Nell’ottica di valutazione del rischio legionella questo documento deve contenere un’accurata descrizione delle caratteristiche dell’impianto (materiali utilizzati, percorso seguito dall’acqua e altre caratteristiche) e l’elenco di tutti gli interventi di manutenzione eseguiti sia sull’impianto di climatizzazione che su quello idrico.

In presenza dei fattori di rischio che favoriscono la proliferazione del batterio legionella il gestore è tenuto a procedere con l’analisi delle acque.

I prelievi vengono fatti in prossimità dei punti critici dopo aver fatto scorrere l’acqua per qualche minuto con questo ordine:

  1. chiusura del flusso e flambatura o, in alternativa, lasciando agire il disinfettante a base di ipoclorito o etanolo per circa 60 secondi;
  2. riapertura del flusso per qualche minuto in modo da eliminare le ultime tracce di disinfettante;
  3. misurazione della temperatura del flusso di acqua;
  4. prelievo del campione.

Valutazione del rischio legionella: guida alla prevenzione

Se è vero che “prevenire è meglio che curare” nessun gestore dovrebbe sottovalutare l’importanza dell’attività di manutenzione e pulizia degli impianti.

Secondo le linee guida fornite dal Ministero della Salute per prevenire il rischio legionella si dovrebbe:

  1. eseguire analisi per valutare periodicamente la qualità dell’acqua negli impianti;
  2. trattare in modo corretto l’acqua adoperando filtri appositi all’interno degli impianti;
  3. eseguire una manutenzione periodica.

Tra le attività consigliate dal Ministero troviamo inoltre l’esecuzione della pulizia di vasche e tubazioni secondo il metodo della disinfezione shock.