Riconoscere le famiglie olfattive e le fragranze

In profumeria, le famiglie olfattive rispondono all’esigenza di classificare i profumi sulla base delle essenze che li compongono. La categorizzazione più utilizzata in profumeria è quella individuata dalla commissione tecnica della Società Francese dei Profumi per dotarsi di un linguaggio univoco e facilmente traducibile a livello universale.

Le famiglie olfattive (qui un’approfondimento dalla Chypre alla Fougère) traducono in una lista concreta e comprensibile il connubio perfetto che si cela dietro a un profumo, ovvero la commistione di sensazioni impalpabili e di scienza rigorosa, due aspetti in apparenza in contrasto ma complementari e indispensabili per realizzare una fragranza. Vediamo ora le principali famiglie olfattive riconosciute a livello ufficiale e categorizzate in ordine alfabetico crescente. Con la lettera A si individuano le fragranze agrumate, nelle quali prevalgono tutti gli oli essenziali che si ricavano dalle bucce degli agrumi più profumati quali bergamotto, limone, arancia, pompelmo e mandarino.

All’interno di questa famiglia si trovano anche le essenze di fiori d’arancio e neroli. Universalmente riconosciute per aggiungere freschezza a una formulazione, queste sono note molto trasversali e spesso “aprono” profumi sia maschili che femminili. Con la lettera B sono categorizzati i profumi fioriti o floreali, ovvero quelli al cui interno si trovano oli essenziali dei fiori. Tra questi spiccano la rosa, il gelsomino, il narciso e il mughetto, per citarne solo alcuni. Sono senza dubbio la più grande famiglia olfattiva riconosciuta dall’industria profumiera e danno vita a moltissime tipologie di fragranze, che basano il proprio spettro sensoriale su un solo fiore oppure su un bouquet. Spesso galvanizzate da altre famiglie olfattive meno delicate, le note floreali stesso sono le strutture principali dei profumi femminili. Alla lettera C la classificazione delle famiglie olfattive indica il termine francese fougère, che significa felce. Si tratta di un nome inventato che riunisce fragranze nate dalla combinazione di elementi eterogenei, come legni e muschi. Essi possono essere classificati nella stessa famiglia perché tutti presentano una leggera nota amarognola, caratteristica che li rende indispensabili nei profumi maschili di carattere.

La lettera D è un classico esempio di come una famiglia olfattiva possa nascere in seguito al successo commerciale di un profumo; in questo caso si tratta di Chypre di Coty. Le fragranze che fanno capo a questa famiglia generalmente presentano sensazioni molto avvolgenti, date dall’unione di muschio, patchouli o bergamotto a note più leggere e fiorite. Alla lettera E si trovano le essenze boisé, altrimenti note come legnose, prevalentemente contenute nelle fragranze maschili. Esse ne costituiscono in genere le note di cuore e ricordano il cedro, il sandalo, il pino e il cipresso. La lettera F identifica invece i profumi ambrati, tipici dell’immaginario orientale: si tratta di un insieme di note molto dolci, leggermente cipriate e caratterizzate da una notevole persistenza. Includono l’ambra, la vaniglia e alcuni fiori esotici e danno vita a profumi di estrema sensualità, generalmente femminili ma con una buona presenza anche di fragranze maschili. Esclusivamente utilizzate per l’uomo sono invece le note che appartengono all’ultima famiglia, quella dei muschiati o cuioiati. Caratterizzati dalla lettera G e adatti a chi ha una personalità decisa, sono riconoscibili per i sentori amari che imitano l’odore della cuoio e del tabacco. Spesso vengono contrastati da note floreali che ne smorzano la pungenza.
È importante notare che ogni famiglia vanta delle sottocategorie, ognuna delle quali si compone dalla lettera del gruppo principale e da un numero univoco per raggruppare gli elementi con i maggiori tratti in comune.

Confezione regolare oppure tester: quale scegliere?

Quando pensiamo al termine “tester”, la nostra mente immagina quelle classiche confezioni di eau de toilette non in vendita, usate per invogliare il consumatore all’acquisto, permettendogli di provare in prima persona le sensazioni evocate da una fragranza, in un modo che le parola semplicemente non riuscirebbero a descrivere. In realtà, non sono in molti a sapere che i tester possono essere acquistati esattamente come accade per le confezioni tradizionali. Non solo i tester sono in vendita, bensì il profumo contenuto all’interno della loro confezione è esattamente lo stesso. Le uniche differenze tangibili si ravvisano nel packaging e nella presentazione complessiva al cliente di un prodotto che per tutte le altre caratteristiche è esattamente uguale. Il tester generalmente viene venduto in un contenitore senza marchio, un aspetto che può far la differenza nel caso in cui si acquisti un profumo anche per il valore potenziale di collezione.

Certamente, il packaging rappresenta un elemento importante studiato dall’azienda, poiché è pensato per fornire ulteriori informazioni riguardo all’immaginario evocato della fragranza. Tuttavia, soprattutto se si tratta di un acquisto ripetuto e di un profumo con il quale si ha familiarità, come se si trattasse di una persona cara, è inutile negare che la fragranza acquistabile in formato tester comporta un deciso risparmio. Essa infatti viene messa in commercio all’interno di una semplice scatola di cartone e, poiché i tester non rispondono alle stesse esigenze di marketing, viene eliminato anche il tappo, che generalmente è parte integrante del design della bottiglia, e sostituito con un coprivalvola. Si tratta in sostanza di un’alternativa non solo conveniente, bensì ecologica perché sicuramente incide molto meno sull’ambiente. Per fare ulteriore chiarezza, è importante notare che i tester messi in vendita non sono quelli già utilizzati nel retail, bensì provengono esclusivamente dalla casa produttrice.

Utilizzando i canali digitali si possono trovare maison che consentono di acquistare i tester dai siti di proprietà oppure in marketplace selezionati. Date le loro caratteristiche, appare chiaro che non appena vengono messi in vendita, i tester vengono presi d’assalto dagli appassionati, motivo per cui la finestra di tempo nella quale è possibile acquistarli è spesso ridotta. Tuttavia, le ragioni per non acquistare un tester potrebbero essere svariate, tra cui il fatto che non tutte le fragranze di una determinata casa sono vendute in questo formato e quindi la scelta si riduce notevolmente. In definitiva, l’acquisto di un tester è consigliabile quando si ha la certezza che la fragranza desiderata sia disponibile: in questi casi il risparmio garantito arriva anche a sfiorare il 70% sul prezzo di listino.

Eau de parfum ed eau de toilette: qual è la differenza?

Siamo abituati a vedere questi termini quando acquistiamo un profumo e, anche se a livello inconscio possiamo immaginare la differenza, facciamo luce su cosa distingue l’eau da toilette dall’eau de parfum. Il primo può contenere in media il 10% di un’essenza aromatica, con un range che può oscillare dall’8 al 12%. Le note di testa sono prevalenti, un aspetto che contribuisce alla maggiore freschezza che si nota al momento dell’applicazione. Tuttavia, proprio per questa caratteristica, la profumazione svanisce abbastanza rapidamente. L’eau de toilette è molto indicata nella stagione calda, oppure per le persone molto giovani. In un profumo, quando le note di testa scompaiono, fanno capolino le note di cuore e infine quelle di fondo. Sono proprio a prevalere nell’eau de parfum, che non a caso viene spruzzato anche sui vestiti. La persistenza è legata alla maggiore concentrazione di oli essenziali, che può arrivare in alcuni casi fino al massimo consentito per la categoria, ovvero il 20%. Poiché è più concentrato, l’eau de parfum viene venduto in confezioni più piccole.

Saper riconoscere un profumo è importantissimo per chi vuole curare il proprio look, soprattutto in questo periodo estivo, un po come si fa con bracciali e orologi, il profumo rientra d’obbligo nell’must have di chi vuole sedurre.