Sanità e tagli: una storia già vista

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Una storia già vista, un film che si ripete tristemente e che è ormai noto a chi vive nel nostro paese; ciclicamente si torna a parlare di tagli alla sanità, un tema che porta con sé un enorme carico di implicazioni e complicazioni viste le ripercussioni dirette che ha sulla società.
Il nostro è un paese che vive già da tempo una sorta di emergenza sociale con il sistema sanitario che non gode di ottima salute e che anzi in alcune aree del paese è sostanzialmente vicino al collasso. È questo un altro male atavico dell’Italia quando si parla di sanità: un modello che non si è mai riuscito ad uniformare e che ha portato ad una spaccatura netta tra il nord, dove spesso sono presenti strutture di eccellenza sotto tutti i punti di vista; ed il meridione che, come spesso e volentieri accade, stenta a tenere il passo e resta al palo anche parlando di prestazioni sanitarie.
Una criticità tipicamente nostrana sulla quale pesa come un macigno proprio la questione dei tagli alla sanità, che si ripropone con cadenza periodica indipendentemente da governi e colori politici e che altro non fa che peggiorare una situazione già in parte compromessa.

Manovre finanziari e rischio tagli

Il tutto nasce da un fattore incontrovertibile: la sanità italiana è stata studiata dai padri costituenti per essere una delle più inclusive possibili e le coperture sono garantite praticamente a tutti i cittadini. Il diritto alla salute è garantito dalla Costituzione stessa con tutti i vantaggi del caso.
Ovviamente una macchina di questo genere per stare in piedi ha bisogno di ossigeno, o per meglio dire di benzina, quindi di entrate economiche che arrivano in forma di tassazione. Più volte nel corso degli anni e delle legislature che si sono susseguite si è assistito alla decisione di applicare tagli alla sanità in fase di manovra finanziaria: sostanzialmente quando c’è necessità di fare cassa si va spesso e volentieri a guardare proprio alle spese sanitarie come prima voce da sfoltire.
Anche questa legislatura ne è l’esempio lampante: in fase di manovra finanziaria si sta dibattendo animatamente vista la necessità di trovare fondi per finanziare alcuni provvedimenti ormai noti; e le attenzioni dei vari ministri si stanno focalizzando proprio sulla sanità, con i tecnici che spingono per portare la dotazione del fondo sanitario nazionale (quello che distribuisce i soldi a cascata facendo sopravvivere il comparto sanitario)  da 113,4 a 114,4 miliardi di euro per il 2019 per soddisfare il fabbisogno di cure. Il tutto mette a rischio i cittadini, come ricorda il sito specializzato risarcimentosalute.it,  a errori medici e malasanità (con relativa richiesta di risarcimento) per carenze di personale e di macchinari di nuova generazione nelle strutture sanitarie italiane.

Tagli agli sprechi

Quando si parla di sanità e tagli la parola magica che viene sempre brandita è quella dei tagli agli sprechi. Se il fabbisogno è così elevato, si dice, è proprio perché i costi sono eccessivi con una serie di sprechi che potrebbero essere aboliti.
Si è sentito parlare spesso di costi standard, quindi di uniformare i costi che le singole aziende sanitarie si trovano a dover affrontare. Ma il problema è che spesso e volentieri si vanno a colpire anche le prestazioni stesse causando danni diretti ai cittadini.
L’attuale sistema sanitario è per molti al collasso con differenze enormi tra singole regioni. Il tutto perché si verrebbe, secondo le accuse, da un decennio senza finanziamenti e senza la valorizzazione delle professionalità presenti nel paese. Un sistema così costituito che continua a subire tagli ha, come causa fondamentale, il non riuscire a garantire più la tutela della salute dei cittadini; quella che come detto, è incorniciata nella Costituzione italiana.
Non è un caso quindi, in un contesto come questo descritto, che si assista spesso e volentieri ad episodi di malasanità, errori medici, mancate diagnosi; soprattutto in territori a rischio come in sud Italia dove, non a caso, criticità di questo genere si registrano purtroppo con cadenza quotidiana.