I PFAS E L’INQUINAMENTO DELL’ACQUA POTABILE

In questo articolo andremo a capire cosa sono i famigerati pfas, che rischi ci sono per la nostra salute legati all’acqua contaminata e quali tecnologie ci vengono in aiuto per eliminare i pfas dall’acqua potabile di casa.

Cosa sono i Pfas e dove si trovano?

Pfas: significato  dell’acronimo

Le sostanze perfluoroalchiliche, altrimenti detti Pfas, sono un gruppo di sostanze chimiche sintetiche resistenti al fuoco e alle macchie, utilizzate in vari prodotti industriali, tra cui rivestimenti protettivi, prodotti per la cura del tessuto, carta e imballaggi alimentari.

Come vengono utilizzati i Pfas?

I PFAS sono utilizzati nella produzione di tantissimi prodotti in quanto possono, ad esempio, migliorare l’oleo e idrorepellenza o resistere alle alte temperature. Attualmente, esistono più di 4 700 PFAS diversi.

Inquinamento da Pfas

Perchè i Pfas sono pericolosi?

I Pfas sono molto persistenti e bioaccumulabili che vuol dire che una volta rilasciati nell’ambiente possono rimanerci per anni.

Oltre alla tendenza ad accumularsi nell’ambiente, i PFAS persistono anche negli organismi viventi, compreso l’uomo, dove risultano essere tossici ad alte concentrazioni.

Quali sono i rischi per la salute legati ai Pfas?

Per la salute umana i Pfas sono estremamente pericolosi: è ormai noto che la loro assunzione o l’esposizione a essi provoca possibili disfunzioni del sistema immunitario, un aumento del rischio di insorgenza di alcuni tipi di cancro (tra cui il cancro al colon retto di cui si parla nel nostro sito qui ) disturbi endocrini, problemi allo sviluppo cognitivo e neurocomportamentali dei bambini.

E’ importante a questo punto capire come avviene la contaminazione da Pfas

Di solito la contaminazione avviene attraverso l’acqua o gli alimenti.

I PFAS infatti possono infiltrarsi nelle falde acquifere con facilità se vengono smaltiti illegalmente o in modo improprio nell’ambiente. Successivamente, attraverso il flusso dell’acqua, si diffondono nei campi e contaminano i prodotti agricoli, finendo così per contaminare gli alimenti.

Andiamo a vedere in particolare l’inquinamento da Pfas nell’acqua potabile.

La contaminazione  delle acque superficiali, delle acque di falda e degli acquedotti pubblici da  sostanze perfluoroalchiliche è un problema globale da cui l’Italia non va esente.

Negli ultimi anni sono state individuate diverse aree a rischio, dove l’acqua potabile e le acque sotterranee sono state contaminate da questi composti tossici.

Quali sono le zone a rischio Pfas in Italia?

Il più grande inquinamento da Pfas d’Europa è in Veneto.

Secondo il sito del Ministero della Salute altre zone a rischio sono Lombardia, Puglia, Lazio e Sicilia,

Per vedere tutte le zone inquinate da Pfas puoi cliccare su questa mappa dell’Italia creata dal noto sito Wired.

Come è possibile eliminare i PFAS dal corpo?

Ebbene la risposta è: non si può.

Purtroppo, l’organismo umano non è in grado di metabolizzare ed eliminare efficacemente i PFAS; al contrario tende ad accumularli.

L’unica forma di protezione è dunque la prevenzione.

Ma siamo protetti dalla legge in questo campo?

Diamo un’occhiata allo stato dell’arte in materia di normativa sui Pfas in Italia

La legge attualmente in vigore è il decreto Legislativo 18/23

In Italia, la legge sulla gestione delle acque pubbliche (legge 152 del 2006) è stata infatti recentemente modificata per affrontare il problema dei PFAS.

Il 21 Marzo 2023 è entrato ufficialmente in vigore il Decreto Legislativo n. 18 del 23 Febbraio 2023, il quale, recependo la Direttiva (UE) 2020/2184 è diventato, di fatto, la normativa di riferimento sulla qualità delle acque destinate al consumo umano.

H3 Cosa dice la Direttiva UE 2020/2184?

Come si legge in questo articolo de “Il Fatto Alimentare”

https://ilfattoalimentare.it/pfas-nuovi-standard-acqua-potabile.html la Direttiva europea 2020/2184, che il decreto legislativo 18/23 riprende ed attua, stabilisce nuovi requisiti minimi poter definire l’acqua idonea al consumo umano.

Di particolare interesse per noi in questa sede è sapere che per la prima volta vengono stabiliti dei limiti ai Pfas nell’acqua potabile.

Infatti con questa nuova legislazione sono stati aggiunti diversi contaminanti chimici e fissati valori limite per queste nuove sostanze, tra le quali compaiono appunto i Pfas.

Il Decreto stabilisce che entro e non oltre il 12 gennaio 2026, le acque destinate al consumo umano debbano soddisfare questi nuovi parametri.

Quindi i nuovi parametri non sono attualmente obbligatori da rispettare.

Pfas: come eliminarli allora dall’acqua potabile?

Se l’obbligo di limitare i Pfas nell’acqua potabile non è ancora in vigore come possiamo proteggerci dall’inquinamento delle acque da Pfas?

In ambito domestico è possibile controllare la presenza di queste sostanze ed eliminarle dall’acqua potabile grazie all’impiego di un ampio ventaglio di impianti di filtrazione avanzati che usano la tecnologia della microfiltrazione e dell’osmosi inversa.

Soprattutto quest’ultima si è dimostrata efficace nella rimozione dei Pfas dall’acqua.

Cosa vuol dire osmosi inversa?

L’osmosi inversa è un processo di filtrazione, dove l’acqua passando attraverso a delle membrane semipermeabili grazie a una pressione maggiore, viene liberata da tutte le sostanze indesiderate, inquinanti compresi.

L’osmosi inversa è particolarmente efficace nella rimozione di contaminanti organici, come i PFAS, poiché questi composti sono molto solubili in acqua.

Come viene impiegata l’osmosi inversa?

In commercio si trovano diversi dispositivi che purificano usando la tecnologia dell’osmosi inversa, vengono chiamati depuratori o purificatori acqua domestici.

L’efficacia dell’osmosi inversa nella rimozione dei PFAS dipende da diversi fattori, come la composizione chimica dei contaminanti, la concentrazione di contaminanti nell’acqua, la qualità della membrane utilizzate e lo stadio di manutenzione del depuratore ad osmosi.

Conviene dunque affidarsi ad aziende serie e certificate per l’acquisto di tali dispositivi filtranti.

Ad esempio i depuratori Better Life, dopo attente prove di laboratorio, si sono dimostrati in grado di portare praticamente a zero i Pfas in campioni di acqua che prima ne avevano concentrazioni rilevanti ed hanno per questo ottenuto il bollino di garanzia Zero Truffe della nota rivista a tutela dei consumatori “Il Salvagente”.

In attesa dunque che entri in vigore una normativa più protettiva nei confronti della popolazione potrebbe essere una buona idea purificare l’acqua di casa con depuratori d’acqua professionali e garantiti.