Patentino fitosanitario: cos’è, a cosa serve e come si prende

Patentino fitosanitario

Partiamo dalla domanda principale: che cos’è il patentino fitosanitario? Si tratta di un documento fondamentale per tutti coloro che desiderano comprare e usare, per ragioni professionali, i prodotti chimici necessari comunemente impiegati per proteggere le piante dai possibili attacchi e parassiti.

È un vero e proprio “certificato di abilitazione”, fondamentale per poter utilizzare – ad uso professionale – determinati prodotti potenzialmente aggressivi e pericolosi (specie se non usati con cautela e con le dovute competenze), come – ad esempio – gli antiparassitari, i diserbanti, i fitoregolatori, ma anche soluzioni e articoli per conservare i prodotti vegetali, come gli antigermoglianti della patata e della carota (con determinate esclusioni), gli insetticidi e i fungicidi utilizzati per la difesa delle piante e delle derrate alimentari. A regolamentare tutto questo, nero su bianco, è il decreto legislativo 150/2012, che prevede – in caso di mancato possesso del patentino fitosanitario – multe amministrative pecuniarie che possono arrivare fino a 20.000€ .

Come si prende il patentino fitosanitario?

Chiarito che cos’è e perché è importante averlo, cerchiamo di capire a questo punto chi deve effettivamente acquisire il patentino e come fare ad averlo, dal momento che questo documento è necessario – e soprattutto obbligatorio  per tutti – a partire dal 26 novembre 2015.
Ottenere il patentino non è un’operazione particolarmente complessa, anche se richiede tempo, energie e naturalmente un po’ di pazienza, perché si ha comunque a che fare con delle pratiche burocratiche.
Per richiederlo è necessario seguire un corso ad hoc sull’uso e la gestione di questi prodotti e alla fine sostenere un esame, oltre che produrre un po’ di sana e sempre “simpatica” documentazione burocratica. È importante dire che chi possiede di un diploma superiore (durata 5 anni), oppure di una laurea, anche breve (3 anni), in discipline biologiche, agrarie, ambientali, chimiche, veterinarie,  mediche,  naturali e farmaceutiche, è totalmente esentato dal corso, e deve semplicemente sottoporsi ad un esame presso la commissione composta da Arpa, Ente competente, e USL. Chi, invece, non dovesse possedere nessuno dei predetti titoli di studio deve obbligatoriamente frequentare un corso della durata comp0lessiva di venti ore (con frequenza minima del 75% del monte ore previsto) presso un ente di formazione accreditato, al termine del quale potrà sottoporsi all’esame finale.. Il nome ufficiale del patentino fitosanitario è “certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari”; si tratta di un documento personale, valido in tutta Italia, che viene rilasciato dal servizio fitosanitario Regionale (il quale ha sostituito le ex Province). Ha una durata di cinque anni e all’interno devono essere presenti tutti i dati del possessore, che lo ha conseguito: nominativo completo, data di nascita, fotografia, la data in cui il patentino è stato rilasciato dall’ente e naturalmente la data di scadenza. Dopo questa data, il documento cessa di essere valido e per poter proseguire con l’attività è necessario inviare all’ente competente una istanza di rinnovo.

Chi non intende conseguire il patentino fitosanitario, e allo stesso tempo desidera continuare con la propria attività, deve sapere che può solamente comprare e usare i prodotti che non rientrano nell’elenco di quelli “molto tossici, tossici o nocivi” e quelli autorizzati per la difesa delle comuni piante e dei fiori decorativi e da balcone, da giardino adiacente all’abitazione e da appartamento.

Anche coloro che vendono i prodotti fitosanitari (distributore) devono avere obbligatoriamente una particolare abilitazione alla vendita, che viene autorizzata e rilasciata dalla Asl competente.